La storia di Yuriy e Boris
Circa nel 2007, Takao Aoki, il creatore di Beyblade, ha pubblicato nella propria homepage una novel dedicata a Yuriy e Boris.
L'utente Crisis, sul BeyUk forum, ha tradotto in inglese la storia. La potete leggere qui.
L'ho tradotto in italiano per voi. Traduzione alla mano perché all'epoca non avevo voglia di raffinarla. Ma è comprensibile. Il teso appartiene quindi a Takao Aoki, un peccato che non sia finito nel manga.
-- 1999 (Inverno)
Con un poderoso e rumoroso impatto, il beyblade che era stato catapultato in aria iniziò a distruggersi. Il campo di battaglia si aqquietò come se i ragazzi che si stavano allenando, non meno di un centinaio, stessero trattenendo il fiato all'unisono.
A rompere il silenzio fu l'urlo del ragazzo che aveva perso il combattimento ed il cui beyblade si era stato completamente distrutto.
L'urlo venne presto soffocato dalle voci degli altri ragazzi.
Quando provai a sorpassare il ragazzo che era caduto in ginocchio per raccogliere i pezzi del suo beyblade, accasciato per terra alzò gli occhi verso di me. Ciò che trovai nei suoi occhi non fu solo uno sguardo di sconfitta. C'era anche una forte volontà di combattere. Si alzò ancora una volta. E dopo essersi alzato ritornò ad allenarsi, per diventare più forte.
Non c'era altra scelta che continuare a combattere e vincere. Non valeva solo per lui. Valeva per tutti gli altri ragazzi, incluso me stesso.
"Che cosa guardi, Yuriy?" Boris parlò con diffidenza. Sapevo che era dietro di me. Ho persino sentito il suo esitare prima di parlarmi.
"La neve," lo informai solamente di ciò che si rifletteva nei miei occhi.
"Lo vedo," rispose Boris ancora prima di tornare silente. Il ruggento dei beyblade che ruotano e gli ansiti degli allenamenti dalla macchina d'allenamento.
Fin dal giorno in cui avevo accettato l'invito di Volkov non vi era stato un momento in cui quel suono era cessato.
Sotto i miei occhi si diramava la baia di Severodvinsk e la strada prima del mare era completamente ricoperta di nove. Come se non bastasse la neve continuava a cadere senza pietà. Per poter vedere la terra sotto la neve avrei dovuto aspettare ancora molto. No, sarebbe meglio che la terra non si facesse mai vedere. Ero completamente incantato dalla neve bianca. Mi piaceva quello spettacolo.
"La neve è bella," Alle parole che escono spontaneamente dalla mia bocca Boris mi arriva accanto e dal mio fianco annuisce impercettibilmente. Non eravamo solo Boris ed io, ma la maggior parte dei ragazzi del centro probabilmente amavano il tipo di mondo che era conquistato dalla neve.
La neve seppellisce tutto. La terra sporca che vi era sotto viene nascosta e sepolta. La neve è fredda e congela il corpo intero. Ma è anche imparziale. Senza differenze tra ricco e povero, felice o infelice, la neve continua a cadere. I ragazzi che sapevano bene cosa significano povertà ed infelicità, che eravano giunti qui dentro per fuggire ad una vita orribile, non potevano disprezzare la neve. Sapevano meglio di chiunque che la neve può seppellire i ricordi dolorosi.
Non che io non avessi mai avuto ricordi felici. Un padre che era stato un soldato onorevole, e una madre gentile, allegra ed un'ottima cuoca. Nella profondità della mia memoria vi era un casa calda e confortevole e dentro di essa vi ero io, ridevo. Ma è una memoria fugace.
Il sistema del paese cambiò e mio padre perse il suo lavoro come soldato. Ma non perse solo quello. Sia il suo orgoglio che la sua ambizione sparirono. Quello che rimase per mio padre fu la gloria del passato ed una reminescenza di giorni miglioti. L'uomo che era stato un soldato onorevole, un marito eccezionale ed un padre immediatamente si lasciò affogare nell'alcool. Alzò la mano contro sua moglie e contro suo figlio senza una ragione, e divenne un uomo che passò il tempo a compatirsi.
Questo cambiò anche mia madre che prima era sempre stata sorridente. Divenne estremamente infelice e nei suoi occhi si scorgeva l'ombra della paura. Sei mesi dopo smise anche di essere una madre. Se ne andò, da sola, abbandonando me e mio padre.
Dopo la scomparsa di mia madre la violenza di mio padre peggiorò. Ma anche allora rimasi al suo fianco. Mia madre sarebbe tornata un giorno. Mio padre sarebbe ridiventato l'orgoglioso e gentile uomo che era stato. Rimasi attaccato a quelle speranze con tutto me stesso.
Ecco perché rimasi al fianco di mio padre che mi maltrattava e picchiava mentre mi chiedeva di portargli cibo e alcool. Per vivere dovetti iniziare a rubare. Fu in quel periodo che io e Boris ci incontrammo.
Boris proveniva da un ambiente simile al mio. Fu per questo che ci incontrammo sulla strada e con un solo sguardo ci capivamo già perfettamente.
Entrambi ingannavamo le persone e rubavamo da solo. Fu la compagnia reciproca a salvarci anche se non ci furono segni di miglioramento in quei duri giorni. Fu un periodo breve ma il mio sorriso era tornato, ma quel sorriso non era altro che un'illusione.
Poiché rubavamo sempre, le persone iniziarono a tenere d'occhio me e Boris e fummo presi con una trappola dal proprietario della macelleria. Non potevamo fuggire. Ovviamente in una cittadina così povera la legge stentava a funzionare.
Quando venivi preso non finivi dalla polizia, ma finivi solo in una terribile situazione.
--questa fu la fine.
Quando stavo per arrendermi, l'uomo che ci porse una mano amica fu Volkov.
Volkov stava radunando in tutta la Russia bambini che avessero grandi capacità atletiche, per raggiungere gli scopi di uno sconosciuto. Ero indeciso se accettare o no l'invito di Volkov, i cui scopi erano per me un mistero. Perché la mia testa era piena del viso dell'uomo che era un violento ed un depravato, ma era ancora mio padre, e di mia madre che un giorno sarebbe potuta tornare a casa.
Rimasi aggrappato a queste fragili ma felici memorie. Ma quando aprivo gli occhi ciò che ritrovavo era il pavimento freddo e sporco, scarpe che avevano ormai buchi e dentro c'erano unghie che crescevano più lunghe e diventavano disgustose--
questa era la realtà.
Ora, sia io che Boris siamo qui. Per diventare più forti. Per avere il mondo attraverso il beyblade, siamo qui nel centro che Volkov ha fondato.
"Che cosa stai guardando, Yuriy?" Boris mi fa la stessa domanda ancora una volta. Con un'occhiata indago sul suo volto. C'è uno sguardo di preoccupazione sulla faccia di Boris anche se appena percettibile. Quella domanda, cosa sto guardando, non è una domanda letterale, lo so.
Da qui ed ora che cosa ci sarebbe accaduto? Questo era ciò che voleva chiedermi. Se rimaniamo in questo centro non soffriremo la fame o non rabbrivideremo per il freddo. Potremo dormire tranquilli. In confronto a quello che ci è successo in passato questo è un paradiso. Ma solo se riusciamo a rimanere forti. Il numero di ragazzi che viene allenato per diventare il più forte blader era poco meno di un migliaio. Una volta che perdevano, erano finiti. Ogni giorno vedevamo ragazzi e bambini che avevano perso venir scacciati dal centro.
Boris è preoccupato, non sapendo quando i giorni di combattimenti ed allenamenti sarebbero finiti. I giorni in cui avremmo dovuto allenarci e continuare a fincere.
Eppure io non ho queste incertezze. Perché so che perdere è impossibile perché io sono il più forte di chiunque.
Sorrido a Boris e rispondo, "Il futuro,"
Controllare il mondo attraverso il beyblade. Quel futuro luminoso, era il futuro che stava davanti a me.
"--non è giusto?"
Boris annuisce. Sul suo volto non vi è più alcuno sguardo di incertezza.
---
Yuriy Ivanov (Tala) apparve come il più forte nemico del protagonista Takao Kinomiya (Tyson). Dal momento in cui lo creai (estate 2000) fu uno dei personaggi che amai di più così inizia subito a pensare alla sua crescita ed al suo triste passato, insieme ad altre idee. Pensavo di disegnarlo nel manga ma non sono riuscito a relizzare questo progetto.
Avevo pensato di mettere questo pezzo alla fine del dodicesimo volume. Nell'autunno del 2003 portai le mie immagini ed idee al novellista Megumi Tachimori, e ne ho fatto una novel.
Sfortunatamente, a causa di diversi motivi, non sono riuscito a metterlo nel volume 12. Comunque sono felice di averlo potuto pubblicare qui.
Anche le illustrazioni sono quelle che disegnai al tempo.
L'utente Crisis, sul BeyUk forum, ha tradotto in inglese la storia. La potete leggere qui.
L'ho tradotto in italiano per voi. Traduzione alla mano perché all'epoca non avevo voglia di raffinarla. Ma è comprensibile. Il teso appartiene quindi a Takao Aoki, un peccato che non sia finito nel manga.
-- 1999 (Inverno)
Con un poderoso e rumoroso impatto, il beyblade che era stato catapultato in aria iniziò a distruggersi. Il campo di battaglia si aqquietò come se i ragazzi che si stavano allenando, non meno di un centinaio, stessero trattenendo il fiato all'unisono.
A rompere il silenzio fu l'urlo del ragazzo che aveva perso il combattimento ed il cui beyblade si era stato completamente distrutto.
L'urlo venne presto soffocato dalle voci degli altri ragazzi.
Quando provai a sorpassare il ragazzo che era caduto in ginocchio per raccogliere i pezzi del suo beyblade, accasciato per terra alzò gli occhi verso di me. Ciò che trovai nei suoi occhi non fu solo uno sguardo di sconfitta. C'era anche una forte volontà di combattere. Si alzò ancora una volta. E dopo essersi alzato ritornò ad allenarsi, per diventare più forte.
Non c'era altra scelta che continuare a combattere e vincere. Non valeva solo per lui. Valeva per tutti gli altri ragazzi, incluso me stesso.
"Che cosa guardi, Yuriy?" Boris parlò con diffidenza. Sapevo che era dietro di me. Ho persino sentito il suo esitare prima di parlarmi.
"La neve," lo informai solamente di ciò che si rifletteva nei miei occhi.
"Lo vedo," rispose Boris ancora prima di tornare silente. Il ruggento dei beyblade che ruotano e gli ansiti degli allenamenti dalla macchina d'allenamento.
Fin dal giorno in cui avevo accettato l'invito di Volkov non vi era stato un momento in cui quel suono era cessato.
Sotto i miei occhi si diramava la baia di Severodvinsk e la strada prima del mare era completamente ricoperta di nove. Come se non bastasse la neve continuava a cadere senza pietà. Per poter vedere la terra sotto la neve avrei dovuto aspettare ancora molto. No, sarebbe meglio che la terra non si facesse mai vedere. Ero completamente incantato dalla neve bianca. Mi piaceva quello spettacolo.
"La neve è bella," Alle parole che escono spontaneamente dalla mia bocca Boris mi arriva accanto e dal mio fianco annuisce impercettibilmente. Non eravamo solo Boris ed io, ma la maggior parte dei ragazzi del centro probabilmente amavano il tipo di mondo che era conquistato dalla neve.
La neve seppellisce tutto. La terra sporca che vi era sotto viene nascosta e sepolta. La neve è fredda e congela il corpo intero. Ma è anche imparziale. Senza differenze tra ricco e povero, felice o infelice, la neve continua a cadere. I ragazzi che sapevano bene cosa significano povertà ed infelicità, che eravano giunti qui dentro per fuggire ad una vita orribile, non potevano disprezzare la neve. Sapevano meglio di chiunque che la neve può seppellire i ricordi dolorosi.
Non che io non avessi mai avuto ricordi felici. Un padre che era stato un soldato onorevole, e una madre gentile, allegra ed un'ottima cuoca. Nella profondità della mia memoria vi era un casa calda e confortevole e dentro di essa vi ero io, ridevo. Ma è una memoria fugace.
Il sistema del paese cambiò e mio padre perse il suo lavoro come soldato. Ma non perse solo quello. Sia il suo orgoglio che la sua ambizione sparirono. Quello che rimase per mio padre fu la gloria del passato ed una reminescenza di giorni miglioti. L'uomo che era stato un soldato onorevole, un marito eccezionale ed un padre immediatamente si lasciò affogare nell'alcool. Alzò la mano contro sua moglie e contro suo figlio senza una ragione, e divenne un uomo che passò il tempo a compatirsi.
Questo cambiò anche mia madre che prima era sempre stata sorridente. Divenne estremamente infelice e nei suoi occhi si scorgeva l'ombra della paura. Sei mesi dopo smise anche di essere una madre. Se ne andò, da sola, abbandonando me e mio padre.
Dopo la scomparsa di mia madre la violenza di mio padre peggiorò. Ma anche allora rimasi al suo fianco. Mia madre sarebbe tornata un giorno. Mio padre sarebbe ridiventato l'orgoglioso e gentile uomo che era stato. Rimasi attaccato a quelle speranze con tutto me stesso.
Ecco perché rimasi al fianco di mio padre che mi maltrattava e picchiava mentre mi chiedeva di portargli cibo e alcool. Per vivere dovetti iniziare a rubare. Fu in quel periodo che io e Boris ci incontrammo.
Boris proveniva da un ambiente simile al mio. Fu per questo che ci incontrammo sulla strada e con un solo sguardo ci capivamo già perfettamente.
Entrambi ingannavamo le persone e rubavamo da solo. Fu la compagnia reciproca a salvarci anche se non ci furono segni di miglioramento in quei duri giorni. Fu un periodo breve ma il mio sorriso era tornato, ma quel sorriso non era altro che un'illusione.
Poiché rubavamo sempre, le persone iniziarono a tenere d'occhio me e Boris e fummo presi con una trappola dal proprietario della macelleria. Non potevamo fuggire. Ovviamente in una cittadina così povera la legge stentava a funzionare.
Quando venivi preso non finivi dalla polizia, ma finivi solo in una terribile situazione.
--questa fu la fine.
Quando stavo per arrendermi, l'uomo che ci porse una mano amica fu Volkov.
Volkov stava radunando in tutta la Russia bambini che avessero grandi capacità atletiche, per raggiungere gli scopi di uno sconosciuto. Ero indeciso se accettare o no l'invito di Volkov, i cui scopi erano per me un mistero. Perché la mia testa era piena del viso dell'uomo che era un violento ed un depravato, ma era ancora mio padre, e di mia madre che un giorno sarebbe potuta tornare a casa.
Rimasi aggrappato a queste fragili ma felici memorie. Ma quando aprivo gli occhi ciò che ritrovavo era il pavimento freddo e sporco, scarpe che avevano ormai buchi e dentro c'erano unghie che crescevano più lunghe e diventavano disgustose--
questa era la realtà.
Ora, sia io che Boris siamo qui. Per diventare più forti. Per avere il mondo attraverso il beyblade, siamo qui nel centro che Volkov ha fondato.
"Che cosa stai guardando, Yuriy?" Boris mi fa la stessa domanda ancora una volta. Con un'occhiata indago sul suo volto. C'è uno sguardo di preoccupazione sulla faccia di Boris anche se appena percettibile. Quella domanda, cosa sto guardando, non è una domanda letterale, lo so.
Da qui ed ora che cosa ci sarebbe accaduto? Questo era ciò che voleva chiedermi. Se rimaniamo in questo centro non soffriremo la fame o non rabbrivideremo per il freddo. Potremo dormire tranquilli. In confronto a quello che ci è successo in passato questo è un paradiso. Ma solo se riusciamo a rimanere forti. Il numero di ragazzi che viene allenato per diventare il più forte blader era poco meno di un migliaio. Una volta che perdevano, erano finiti. Ogni giorno vedevamo ragazzi e bambini che avevano perso venir scacciati dal centro.
Boris è preoccupato, non sapendo quando i giorni di combattimenti ed allenamenti sarebbero finiti. I giorni in cui avremmo dovuto allenarci e continuare a fincere.
Eppure io non ho queste incertezze. Perché so che perdere è impossibile perché io sono il più forte di chiunque.
Sorrido a Boris e rispondo, "Il futuro,"
Controllare il mondo attraverso il beyblade. Quel futuro luminoso, era il futuro che stava davanti a me.
"--non è giusto?"
Boris annuisce. Sul suo volto non vi è più alcuno sguardo di incertezza.
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Yuriy Ivanov (Tala) apparve come il più forte nemico del protagonista Takao Kinomiya (Tyson). Dal momento in cui lo creai (estate 2000) fu uno dei personaggi che amai di più così inizia subito a pensare alla sua crescita ed al suo triste passato, insieme ad altre idee. Pensavo di disegnarlo nel manga ma non sono riuscito a relizzare questo progetto.
Avevo pensato di mettere questo pezzo alla fine del dodicesimo volume. Nell'autunno del 2003 portai le mie immagini ed idee al novellista Megumi Tachimori, e ne ho fatto una novel.
Sfortunatamente, a causa di diversi motivi, non sono riuscito a metterlo nel volume 12. Comunque sono felice di averlo potuto pubblicare qui.
Anche le illustrazioni sono quelle che disegnai al tempo.